Valutazione comparativa di esito degli interventi sanitari |
La misura e la valutazione comparativa degli esiti degli interventi sanitari sono considerate strategie fondamentali per promuovere la qualità e l'equità dell'assistenza sanitaria. Qualsiasi intervento sanitario può essere considerato un "trattamento". Possono essere confrontati fra di loro interventi/procedure specifiche, trattamenti farmacologici, tipologia di assistenza (es. ospedaliera / territoriale), tipologia di cura (es. medica / chirurgica), modelli organizzativi di assistenza in emergenza (es. rete hub-spoke nella sindrome coronarica acuta), interventi di prevenzione (es. screening), percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali per la gestione e monitoraggio di patologie croniche, tipologia di struttura (privato/pubblico), complessità dell'assistenza (es. uso terapie intensive, tipologia di reparto (specialistico/non specialistico), volume di attività (es. alto/basso volume), modalità organizzative (es. tempestività accesso ad interventi chirurgici). Negli ultimi anni la ricerca ed il dibattito scientifico in tema di valutazione comparativa di esito in Italia sono molto cresciuti grazie alla realizzazione di studi e progetti di ricerca i cui risultati, diffusi a livello di comunità scientifica ed in alcuni casi anche a livello dei media, hanno suscitato molto interesse da parte di amministratori o responsabili di governo clinico, di operatori sanitari, di Società Scientifiche, ed infine dei cittadini stessi. Se da una parte è auspicabile che la valutazione di esito in Italia si arricchisca sempre più di evidenze provenienti da aree geografiche diverse e di confronti tra realtà sanitarie e modelli organizzativi diversificati, d'altra parte - a maggior ragione - è imprescindibile che a livello nazionale siano diffuse ed applicate metodologie standardizzate, rigorose, riproducibili e validate. In questo ambito il Programma Regionale di Valutazione degli Esiti degli interventi sanitari (P.Re.Val.E.), affidato dalla Regione Lazio al DEP, ha l'obiettivo di "definire e misurare gli esiti degli interventi sanitari, misurare la variabilità di esito tra strutture ed aree geografiche, individuare aree critiche su cui implementare programmi di miglioramento della qualità dell'assistenza, e monitorare l'andamento della qualità delle cure nel tempo". Il Programma ha elaborato e monitora 70 indicatori di esito, raggruppati in 9 aree cliniche: cardiologia, chirurgia, gastroenterologia, ortopedia, pneumologia, neurologia, ginecologia/ostetricia, assistenza territoriale e oncologia tenendo conto delle diverse caratteristiche e della gravità dei pazienti per un corretta comparazione tra gli ospedali o le aree geografiche. Il Programma di Valutazione delle decisioni e delle attività delle strutture sanitarie (P.N.E.) affidato dal Ministero della Salute alla Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS), di cui il DEP è il Centro di Riferimento Operativo per la raccolta, gestione, elaborazione ed analisi dei dati, ha l'obiettivo di misurare la variabilità di esito tra soggetti erogatori e/o tra professionisti e tra ASL, con applicazioni possibili in termini di accreditamento, remunerazione, informazione dei cittadini/utenti, con pubblicazione dei risultati di esito di tutte le strutture per "empowerment" dei cittadini e delle loro associazioni nella scelta e nella valutazione dei servizi. Il Programma ha elaborato e monitora 46 indicatori di esito, raggruppati in 9 aree cliniche: cardiologia, chirurgia, gastroenterologia, ortopedia, pneumologia, neurologia, ginecologia/ostetricia, assistenza territoriale e oncologia tenendo conto delle diverse caratteristiche e della gravità dei pazienti. Al momento attuale, l'utilizzo più appropriato degli indicatori di esito si colloca all'interno di un processo di miglioramento continuo della qualità dei servizi sanitari e come premessa informativa per interventi diretti ed espliciti di programmazione sanitaria, attraverso gli strumenti appropriati sia della funzione di committenza (autorizzazione, accreditamento, contrattazione, remunerazione) che di quella di produzione.
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